Oggi rivediamo un mito classico: la storia del volo di Dedalo e Icaro.
Ci sono tantissime versioni di questo mito. Mettendo insieme diverse fonti viene fuori questa storia.
L’etimologia ci dice che Dedalo significa “capace di lavorare con arte” ed infatti Dedalo era un grande inventore e le sue capacità lo portarono a inventare qualcosa che non era mai stato inventato prima per scappare da una prigione consentendo ad un uomo di volare.
Ma veniamo alla cronaca. Dedalo fu incaricato dal re Minosse di costruire un labirinto tanto complesso dal quale non si riuscisse a trovare la strada d’uscita. Un labirinto costituito da alte mure e vicoli stretti e tortuosi. Ancora oggi Dedalo è sinonimo di labirinto.
Minosse rinchiuse il Minotauro (metà uomo e metà toro) dentro il labirinto.
Conoscendo i segreti del labirinto, inseguito a complicate vicende, Dedalo fu rinchiuso nel labirinto insieme al figlio Icaro.
Successe infatti che a Dedalo, si rivolse Arianna, la figlia di Minosse, per sapere come aiutare Teseo a uccidere il Minotauro e uscire dal labirinto, e come sappiamo il consiglio del filo riuscì a far trinofare Teseo nell’impresa. Quando Minosse venne a sapere che ad aiutare sua figlia e Teseo fu Dedalo, e non potendo prendersela con la figlia fuggita insieme all’eroe, pensò di punire Dedalo, rinchiudendolo insieme al figlio, Icaro, nel labirinto, che egli stesso aveva progettato.
Ovidio nelle Metamorfosi VIII, 183-235 narra che Dedalo disse: “Possono precludermi il mare e la terra, ma il cielo è certamente libero: andremo via per di là. Possieda pure Minosse tutto quanto desidera ma non sarà sicuro padrone dell’aria.
Osservò infatti che gli unici animali che potevano entrare e uscire dal labirinto erano gli uccelli.
E in questa occasione che l’ingegno di colui che era capace di lavorare con arte si manifesta. Dedalo osserva che ci sono degli alveari e dove ci sono alveari c’è cera. Raccoglie insieme ad icaro le piume d’uccello presenti nel labirinto e òe dispone secondo un ordine: parte dalle più piccole alle più grandi, poi al centro le fissa con fili di lino, alla base con cera, e dopo averle saldate insieme le curva leggermente, per imitare le ali degli uccelli.
Dedalo costruì due paia di ali, uno per sè e l’altro per il figlio.
Si raccomandò con Icaro di restargli sempre dietro durante il volo, di non strafare e soprattutto di stare attento a non avvicinarsi troppo ai raggi del sole perchè, le ali, attaccate alle spalle con della cera, potevano staccarsi in quanto il calore avrebbe sciolto la cera.
“Tieni la via di mezzo o Icaro, ti raccomando; così se andrai basso l’onda appesantirà le penne, se troppo in alto il sole le brucerà. Vola tra l’una e l’altra: prendi la strada che ti mostrerò”.
Ma come si sà i giovani non sempre seguono quello che dicono i padri. Inoltre Icaro fu preso dall’ebrezza di questa straordinaria esperienza del volo e volle sperimentare, non tenne conto dei consigli paterni e volò così in alto che la cera si sciolse per il troppo calore del sole e precipita in mare.
Dedalo accortosi che il figlio non lo seguiva, ritornò indietro e l’unica cosa che vide furono delle piume che galleggiavano.
Ci sono tanti spunti di riflessione, ascolta cosa ti dice questa storia.