a Miriam
C’era una volta, non molto tempo fa, una giovane non troppo giovane che viveva in una casa incantata fuori dai luoghi e fuori dal tempo.
La sua dimora era una sfera buia lungo la quale scorrevano fasci di luce colorati che lei amava seguire affascinata per distrarsi e fuggire dalla monotonia del nero delle pareti che la circondavano.
Le giornate trascorrevano tutte uguali ma la giovane rincorreva in cuor suo la speranza di uscire da quel tunnel e vedere finalmente qualcosa di nuovo.
Non si dava per vinta e continuò a correre finché un giorno accadde qualcosa del tutto inaspettato.
Durante la sua corsa vide venirle incontro un puntino che, man mano che si avvicinava, si faceva sempre più grande e prendeva forma e la sua forma era quella di una splendida volpe dal manto fulvo.
“Che bella! Ma sarà vera?” Pensò la ragazza.
Ed iniziò ad inseguirla sperando di riuscire a raggiungerla. Ma la piccola volpe era veloce e furba ed in men che non si dica, senza che la giovane se ne accorgesse nell’immediato, la portò fuori dalla sua casa.
La giovane, che per meglio seguire la bestiola avanzava anche lei a quattro zampe, si ritrovò catapultata in una strana città. Una città tutta bianca, senza colori e senza persone, della quale poteva vedere solo la strada sulla quale correva e la parte bassa di pali, panchine, negozi e palazzi; la luce chiara che emanava era così forte che non si poteva alzare lo sguardo.
Dopo diverse decine di minuti per la stessa via, si prospettò all’orizzonte un paesaggio meraviglioso colorato dai toni caldi della sabbia e dall’azzurro scintillante del mare.
La volpe condusse la giovane in riva al mare dove stava una splendida rosa rossa chiusa in una teca di vetro che ricordava quella delle storie più belle e speciali che la ragazza aveva nel cuore, una delle quali le veniva raccontata dalla cara nonna nella stagione dell’infanzia.
Pensando a quella storia, di una bestia che s’innamorava di una bella fanciulla e che doveva conquistare il suo amore prima che la rosa perdesse il suo ultimo petalo, la ragazza si trovò proiettata nella grotta in cui la bestia trascorreva il suo tempo in attesa che si compisse il suo destino.
La grotta era vuota e buia.
La ragazza pensando a sua nonna si mise la mano destra sul cuore e sotto di essa restò impressa nella maglietta bianca una rosa rossa.
In mezzo alla grotta apparve allora un fuoco e l’ambiente iniziò ad avere luce e calore.
La giovane, provata dalla corsa e dalle emozioni, si accoccolò accanto alla volpe per riscaldarsi e ricevere un po’ di conforto da quella piccola e morbida presenza.
Il sonno le colse e dormirono profondamente l’una avvolta nell’abbraccio dell’altra.
La ragazza al risveglio accarezzò con dolcezza il pelo morbido e lungo della volpe ringraziandola di esserle accanto, di essere lì con lei.
Le due quindi si alzarono ed uscirono dalla grotta. Si misero a correre in uno splendido prato verde pieno di fiori colorati che non potevano che essere raccolti, con rispetto e cura, per fare un bel mazzo variopinto che diede colore e allegria alla grotta.
Anche i muri avevano bisogno di un tocco vivace. Così la giovane decise di renderli più luminosi colorandoli di rosso, pestando i petali dei fiori. Ma tutto rosso l’ambiente a tratti appariva inquietante. Così, sempre coi petali, fece il giallo e poi il bianco che creò frantumando dei sassolini. Ecco che ora le pareti alle sue spalle, con sua soddisfazione, erano rosse, gialle e bianche.
Ogni tanto la fanciulla accarezzava la piccola volpe per coccolarla, ringraziarla o semplicemente per il piacere di toccare il suo folto e lucido pelo che le scivolava come seta tra le dita.
Dormirono ancora una volta serenamente abbracciate.
Al risveglio la volpe stava ferma all’ingresso della grotta, pronta ad uscire.
Lo spazio che distanziava le due amiche era scuro ma fuori c’era la luce.
Si guardarono.
Non occorreva parlare, sapevano che da allora in poi ci sarebbero sempre state l’una per l’altra.
Roberta Casazza