Edipo è un ragazzo che oggi va incontro al suo destino. Sta percorrendo la strada che porta a Tebe, zoppica. Ad un certo punto un uomo arrogante gli chiede il passo e lo colpisce con la frusta, quindi gli schiaccia il piede con la ruota del carro sul quale viaggiava. Quest’uomo arrogante è Laio. Nè Laio né Edipo sapevano chi avevano reciprocamente di fronte. Nasce una colluttazione e Edipo uccide Laio.
Laio era il re di Tebe e marito di Giocastra, madre di Edipo. Il destino oltre che spietato, è cieco. Lao quando nacque Edipo, lo aveva rifiutato, ordinando che fosse esposto sul monte Cicerone e per essere certo della sua morte, aveva fatto forare i piedi con un ferro acuto. Ma Edipo sopravvisse rimanendo zoppo.
Ma quel giorno non è ancora concluso per Edipo, continuando lentamente sulla strada per Tebe, incontra delle donne e uomini che si disperano e piangono: nei pressi su una roccia, c’è un mostro divoratore di uomini, la Sfinge col corpo di un leone, il volto di una donna molto seducente e le ali di uccello cangianti. La sfinge canta un indovinello che propone a tutti quelli che passano. Chi sapesse risolverlo provocherebbe la morte della Sfinge, chi non ci riesce viene divorato e finora tutti sono stati divorati. Inoltre chiunque libererà Tebe dal flagello e dalla rovina della Sfinge diventerà re sposando la regina che nel frattempo è diventata vedova, proprio per mano inconsapevole di Edipo.
Edipo incontra sul suo cammino la Sfinge. Ecco il suo canto:
Sulla terra c’è un essere cha due piedi, e quattro, e tre
e possiede una sola voce. Di tutti gli esseri che si muovono sulla terra
volano nel cielo e nuotano nel mare, è il solo che muta il suo aspetto.
Ma quando, per affrontare la marcia, cammina con più piedi
allora la forza delle sue membra è più scarsa.
Edipo riflette e poi dice: “L’uomo”.
Infatti l’uomo da bambino cammina a quattro zampe, quando è adulto cammina su due piedi e quando è vecchio si sostiene col bastone e ha sempre una sola voce anche quando cambia aspetto.
E’ la morte della Sfinge. La Singe muore grazie alla conoscenza di Edipo.
Edipo aveva risolto l’enigma basandosi sulla conoscenza ed esperienza personale. Edipo deriva dal greco Oidipous che significa “dal piede gonfio” (odi indica il gonfiore e pous il piede) Egli aveva avuto problemi con i piedi fin da quando il padre Laio gli aveva fatto trapassare i piedi con un ferro acuto, quindi anni dopo gli schiacciò il piede con la ruota del carro. Ma il verbo oidà significa anche “io so”.
Il mito di Edipo, che nel nome contiene già quello che succederà, anticipa quel che avverrà ricordando ciò che è già avvenuto.