Una delle storie che mia ha affascinato della mitologia greca è il mito della comparsa dell’uomo sulla terra. Ci sono tante versioni differenti a me piache raccontarla così.
Gli antichi greci adoravano gli dei ed in particolare gli dei olimpici. Zeus è a capo degli dei dell’Olimpo. Molto prima del regno di Zeus c’erano gli dei che possiamo definire più primitivi: Kronos e i titani. Zeus Plutone e Ade erano infatti figli di Kronos e lottano per la leadership in una guerra che secondo quanto si narra è durata 10 anni.
Zeus ha la meglio sul padre aiutato anche da due titani che si schierano dalla sua parte: Prometeo ed Epimeteo due fratelli.
Prometeo in greco antico significa “colui che riflette prima” che si contrappone a suo fratello Epimeteo ovvero “colui che riflette dopo”.
Avendo combattuto al fianco di Zeus i due fratelli vengono ammessi nell’Olimpo e vengono tenuti molto in considerazione, tanto che viene affidato loro l’incarico di distribuire le virtù agli animali e all’uomo. In un certo senso la storia che vi sto per raccontare ha a che fare con la presenza nell’uomo delle caratteristiche di Prometeo e Epimeteo.
Mi piace però pensare che i due fratelli Prometeo ed epimeteo rappresentassero un continuo tra la possibilità di ragionare prima di agire o agire e poi dopo pensare quindi in questo termine in questo senso epimeteo è capace di rielaborare l’esperienza fatta dando un senso a quello che emerge in maniera spontanea dall’agire.
All’alba si apriranno le porte del mondo e Prometeo ed Epimeteo hanno tutta la notte per distribuire le virtu e le caratteristiche agli animali.
I due fratelli si mettono al lavoro. Prometeo inizia a pensare qual è la strategia migliore per distribuire in maniera equa tutte le virtù ma il fratello Epimeteo preso com’era solito fare dell’entusiasmo e dalle emozioni gli chiede se può fare lui. Gli dice di avere delle buone sensazioni ed è convinto di poter fare un ottimo lavoro lasciandosi andare alla parte più istintiva e così convince il fratello a fargli fare questo lavoro, poi aggiunge, Prometeo potrai intervenire per aggiustare le cose dopo. Prometeo quindi lascia fare al fratello. Epimeteo si mette subito al lavoro. Si lascia portare della intuizioni e dalle emozioni, confida nel fatto che la natura ricerca spontaneamente un suo equilibrio e quindi prima agisce e poi da un senso a quello che ha fatto.
Così per esempio si ritrova distinguere tra animale carnivori e animali erbivori, da una prole numerosa gli erbivori e una prole più limitata ai carnivori in questo modo si mantiene un equilibrio e non ci sarà l’estinzione gli erbivori la parte dei carnivori. Ed essendo Epimeteo, quando riflette su quello che gli è venuto da fare, la trova una buona idea.
Quindi distribuisce la pelliccia ad alcuni animali perché possano affrontare il freddo e ad altri un pelle capace di dissipare il calore.
Ad alcuni animali da la potenza e la grandezza e ad altri da l’agilità, ad altri piccoli fornisce la capacità di vivere sotto terra e altri ancora la possibilità di scappare grazie alle ali.
Distribuisce quindi tutte le caratteristice e le virtù che ha a disposizione. Ripensandoci, è molto fiero di quello che ha fatto e di scoprire che c’è un senso è un equilibrio in tutta la sua distribuzione.
Quando arriva il fratello, Epimeteo è molto entusiasta di mostrare il proprio lavoro al fratello. Prometeo osserva colpito il buon lavoro svolto dal fratello e si congratula per l’equilibrio e la saggezza nel distribuire le virtù. Quindi domanda quale virtù abbia donato all’uomo.
Epimeteo trasale: è un dio d’azione e nel distribuire tutte le virtù si è dimenticato di tenere qualche virtù anche per l’uomo.
Senza alcuna virtù l’uomo è condannato a perire e a estinguersi pensa Prometeo. Non ha un pelo caldo per proteggersi dal freddo, né velocità per sfuggire agli animali feroci, né abilità particolari per procurarsi il cibo.
Prometeo allora si mette a pensare. L’alba è vicina e all’alba verranno aperte le porte del mondo. Gli rimane poco tempo. Decide di donare agli uomini il fuoco per riscaldarsi e lo va a rubare a Ermes e ruberà ad Atena la Techne, l’intelligenza tecnica.
Arriva l’alba e l’uomo insieme gli altri animali può così entrare con i suoi doni nel mondo.
Per questo Prometeo ed Epimeteo vengono considerati come i genitori degli uomini, avendone determinato le qualità.
E sebbene sia stato Prometeo ad aver scelto il fuoco e la techné, è grazie a Epimeteo che è stata fatta questa scelta.
Nella natura umana infatti ritroviamo le caratteristiche sia di Prometeo che di Epimeteo. Talvolta infatti si può agire senza ragionare e altre volte si può progettare fantasticare organizzare e pensare prima di agire. Tutti gli uomini hanno questa doppia capacità e sottolineo il ruolo anche di Epimeteo senza il quale senza il cui contributo l’uomo non avrebbe ricevuto i doni che Prometeo è andato a rubare.
E’ Epimeteo il protagonista nascosto che non viene visto, tutti guardano a Prometeo che compie l’azione pensata. Ma è grazie ad un evento non previsto che l’uomo ha le caratteristiche che ha.
Pensate prima di agire, ma ricordate l’Epimeteo che è dentro di voi, lasciando che qualcosa di nuovo possa emergere di non previsto e fatene tesoro rielaborando l’esperienza vissuta.